Su invito del Sindaco, dott. Marco Rubino, sabato 16 amrzo , presso il Polo culturale del Comune, la scuola M. Pluchinotta, rappresentata dalla Dirigente Prof.ssa Linda Piccione, dalla prof.ssa Claudia Rollo e dalla studentessa Eva Ciampi, ha partecipato alla manifestazione dal titolo “Donne in divisa” . La docente e l’alunna hanno preparato l’intervento da leggere in italiano e in inglese, vista la presenza di donne militari americane. L’esperienza è stata occasione, inoltre, per la nostra studentessa di approfondire la tematica leggendo in pubblico vincendo, peraltro, la sua timidezza!
“Raggiungere la parità di diritti fra uomini e donne è stato ed è ancora un percorso difficile.
Per secoli i diritti delle donne sono stati calpestati in molte parti del mondo, nonostante oggi, ai nostri occhi, tutto ciò possa sembrare inaccettabile. Molte donne coraggiose hanno lottato in prima linea contro la disuguaglianza di genere, diventando un modello da seguire. Scrittrici, scienziate, politiche , sportive, artiste, attiviste, donne capaci di scegliere il proprio cammino e di dimostrare che i diritti devono veramente essere uguali per tutti.
La parità di genere o uguaglianza di genere è quella condizione che si manifesta quando gli individui hanno, in ogni ambito della vita, gli stessi trattamenti e le stesse opportunità, a prescindere dal fatto che siano uomini o donne. Il tema della parità di genere e la sua discussione sono stati introdotti per la prima volta con la Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite: in questo testo si ribadisce che è dovere di ognuno lavorare affinché ci sia uguaglianza nel diritto e nella società. Se uomini e donne sono biologicamente differenti, non lo sono e non lo devono essere per altri motivi, poiché siamo tutti individui con gli stessi diritti e gli stessi doveri. Nell’articolo 3 della Costituzione della Republica italiana si garantisce alle donne pari diritti e pari dignità sociale in ogni campo.
Tuttavia, ancora oggi le disparità di genere costituiscono uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla lotta contro la povertà. L’OSM (obiettivi di sviluppo del millennio) 3 per promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne ha consentito di fare significativi progressi nella scolarizzazione delle ragazze e nell’inserimento delle donne nel mondo del lavoro. L’obiettivo 5 mira a raggiungere la parità di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne.
L’educazione alla parità di genere si coltiva giorno dopo giorno; i bambini imparano moltissimo dall’osservazione del mondo circostante: genitori, educatori ed insegnanti devono esserne consapevoli, poiché educare oggi alla parità di genere è fondamentale.
Nella mia scuola viene attribuita notevole importanza a queste tematiche, che sono state approfondite e discusse nei vari ambiti disciplinari. Inoltre, gli alunni e le alunne indossano la divisa, simbolo di uguaglianza e di appartenenza alla comunità scolastica. Le uniformi scolastiche sono state introdotte per la prima volta su larga scala durante il regno di Enrico VIII (prima metà del XVI sec.); la nascita delle uniformi scolastiche femminili risale invece agli anni Venti, quando l’istruzione fu più accessibile anche alle donne. Ancora oggi l’uniforme scolastica rappresenta un tema dibattuto e, se in alcuni Paesi come il Regno Unito o il Giappone l’uniforme è molto diffusa, in altri, come l’Italia, lo è di meno. I ragazzi la ritengono spesso un simbolo di conformità; tuttavia, per gli studenti della mia età può anche diventare un simbolo di orgoglio e di appartenenza alla comunità scolastica. Inoltre, l’uniforme attenua le distrazioni legate alla moda o alla stravaganza del vestiario, riducendo potenzialmente anche la pressione fra i giovani per uniformarsi a determinati stili e prevenendo le forme di bullismo legate all’abbigliamento. Infine la divisa facilita il riconoscimento degli studenti e delle studentesse all’esterno della scuola, in particolare durante le gite scolastiche e le visite d’istruzione. Sinceramente, anch’io non ero da principio molto entusiasta di indossare la divisa ma, con il passare del tempo, ho cambiato idea e credo che, giunta al termine del triennio, ne sentirò un poco la mancanza. “
0