Mercoledì 19 aprile le classi prime del nostro istituto si sono recate presso il teatro “Ambasciatori” di Catania per assistere alla rappresentazione dal titolo “Aci e Galatea”.
Diffuso precipuamente – anche se non esclusivamente – grazie al poeta latino abruzzese Ovidio (“Metamorphóseon” l. XIII, vv. 738-897), il mito, ambientato in Sicilia e che continua ad affascinare sempre anche a distanza di secoli, è di tipo “eziologico”, di quelli tesi, cioè, a spiegare l’origine di località geografiche, usanze o riti particolari, nella fattispecie lo scorrere del fiume Aci (Akis in greco, Acis alla latina), dal corso ormai estinto, nella località che da esso prende il nome (potamónimo).
Su uno scenario che ha come sfondo il vulcano Etna, si snoda la tormentata vicenda amorosa del giovane pastore Aci, figlio di Fauno e della ninfa Simetide, e la ninfa Galatea, una delle Nereidi figlia di Nereo e Doride, messa però a tacere dalla brutalità del ciclope Polifemo, figlio di Poseidone (Nettuno per i Romani), che, in un accesso di rabbia, pone per gelosia fine con un masso alla vita del giovane pastore ma in maniera tale da non passare certo inosservata agli dei che, mossi da pietas, tramutano il suo sangue in corso d’acqua che scaturisce da una fonte così da consentire a Galatea (dal greco gala = “latte” e, quindi “bianca come il latte” con allusione anche al candore interiore della stessa o, forse, sempre dal greco galéne = “calma”, “tranquillità” e, dunque, “la dea del mare calmo”) di poter abbracciare l’amato, essendo il mare il luogo in cui ella vive più strettamente a contatto, ma anche di perpetuarne in eterno il nome dopo l’ingiusta fine.
Tradotto in chiave moderna, il mito in questione – adattato e diretto in versione teatrale da Antonella Calì con le musiche di Laura De Palma e realizzazione a cura dell’associazione culturale “Diapason eventi” – ha affascinato i ragazzi, come ribadito dai numerosi e ben cadenzati applausi indirizzati ai giovani attori della compagnia che si sono esibiti nel ruolo di studenti di questa immaginaria “Olympo school”.
A colpire i nostri studenti sono state non solo le tecniche e sceneggiature utilizzate ma anche la trattazione, svolta in maniera coinvolgente seppur soft, di tematiche sempre attuali e che sono fondanti del contesto scolastico, luogo per antonomasia di crescita, dialogo e confronto, quali il rispetto di sé e del prossimo, l’etica della legalità, la condanna della violenza in tutte le sue forme oltre, naturalmente, all’alto valore del teatro come forma artistica espressiva.
Nell’insieme, ancora una volta, una riuscitissima iniziativa che pone la “Pluchinotta” come scuola del territorio sempre aperta verso tutte quelle attività che possano risultare proficue per la formazione culturale e, non meno importante, umana di studenti e studentesse.
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